Con esperienza pluriennale in contattologia, la dr.ssa Paola Donna, contattologa a Torino, ci racconta il suo metodo lavorativo finalizzato ad un’applicazione di successo. E’ molto importante farsi seguire da uno specialista che dovrà diventare il punto di riferimento anche in seguito durante il loro impiego, con consulenze periodiche poiché eventuali irritazioni o infezioni oculari possono essere associate a un impiego (scorretto) delle lenti a contatto...
3 sono le fasi da effettuare durante la prima visita:
1. Valutazione sull’integrità della cornea e della congiuntiva sulle quali le lenti appoggiano
2. Analisi qualitativa e quantitativa del film lacrimale col metodo Schirmer: eventuali sbilanciamenti potrebbero portare secchezza oculare e intolleranza
3. Esercitazione pratica: indispensabile e importante per un risultato di successo. Con (infinita!) pazienzaoccorre seguire il soggetto durante la fase applicativa( inserimento e rimozione) per tutto il tempo necessario
L’applicazione è consigliata a partire dai 16 anni di età ma se le esigenze sono di carattere terapeutico o sportivo e’possibile anticipare.
Con l’avanzare della tecnologia, le lenti a contatto si sono perfezionate e correggono la maggior parte dei disturbi visivi, come:
- Miopia
- Ipermetropia
- Astigmatismo
- Presbiopia
Le tipologie di lenti a contatto presenti nel mercato sono molteplici
- Giornaliere
- Bisettimanali
- Mensili
- Annuali (morbide o semi-rigide)
- Progressive (o multifocali)
Se le prime quattro elencate esistono da piùdi 30 anni, le lenti a contatto PROGRESSIVE sono in continua crescita. Pratiche e funzionali, suscitano un notevole interesse permettendo di correggere contemporaneamente più difetti visivi… Sono state progettate per correggere la presbiopia, quell’ametropia (difetto visivo) che si verifica dopo i 40anni e che si traduce nella difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti da vicino e nella lettura.
In sintesi nella stessa lente si concentrano diverse prescrizioni in modo da consentire agli occhi del paziente la messa a fuoco gli oggetti vicini, quelli a distanza intermedia e quelli lontani. Interessante il fatto che le lenti a contatto progressive sono in grado di garantire una visione chiara su tutte le distanze indipendentemente da dove sia diretto lo sguardo quindi non è più necessario l’utilizzo di un occhiale addizionale per potenziare la visione da vicino.
Nel primo periodo di adattamento è sconsigliato l’utilizzo di queste lenti alla sera per il rischio di visione offuscata o abbagliamento dovuto alla maggior complessità del design molto più strutturato rispetto a quello di una normale lente monofocale.
Se in precedenza è stato detto che il metodo applicativo "fai da te" è vivamente sconsigliato, nel caso di queste lenti progressive è categoricamente vietato! Per cominciare, sarà necessario eseguire una visita, diversa da quella optometrica (di routine) e cioè si seguirà un protocollo specifico attraverso il quale farò delle considerazioni soggettive per arrivare alla scelta della lenti che proveremo il giorno stesso per una prima valutazione pratica.
Le lenti a contatto di ultimissima generazione sono costituite da materiale in silicone hydrogel che permetteun maggiore passaggio di ossigeno sulla cornea, favorendo un porto prolungato e una buona tollerabilità. Quelle più sicure che garantiscono l’integrità dell’occhio sono le giornaliere il cui ricambio frequente non richiede nessuna manutenzione. Per tutte le altre occorre rispettare una scadenza che non sarà determinata dalla data sulla confezione ma dal primo giorno di apertura; quindi se siamo in presenza di lenti x es. mensili, il primo sarà giorno(1) e indipendentemente da quanto verranno indossate, dopo 30 giorni saranno da sostituire.
Importantissima anche la scadenza dei liquidi di conservazione che deve essere rigorosamente rispettata e che è di 3 mesi dalla prima apertura.
Se queste regole non vengono seguite il rischio maggiore in cui si può incorrere è la disidratazione delle cellule corneali con conseguenti danni talvolta irreversibili.
Altrettanto importanti sono le norme igieniche:
Le mani sono il veicolo più efficace per la diffusione dei batteri: occorre lavarle a fondo prima dell’applicazione per non incorrere a insorgenza d’infezioni col rischio di contrarre patologie pericolose e difficili da debellare come la congiuntivite o cheratite che possono diventare recidive.
Se ciò si dovesse verificare,è opportuno rivolgersi al proprio contattologo che analizzando la situazione avvalendosi delle strumentazioni adeguate, sarà in grado di somministrare la cura ideale senza ricorrere a farmaci inadeguati o invasivi.
L’importanza di un’analisi mirata e accurata è data da diverse considerazioni che lo specialista farà rilevando delle misure (cheratometria) e osservando il movimento della lente sull’occhio con la lampada a fessura digitale. Se le lenti a contatto sono strette o di dimensioni inadeguate possono provocare danni alla superficie oculare. In genere, inizialmente sono comode,ma si associano ad un disagio crescente in un periodo di alcune ore; con l’uso continuato dalla sindrome della lente stretta (“tight lens syndrome “) possono conseguire problemi corneali.
Per contro, una lente troppo mobile presenta un decentramento che provoca un’alterazione della visione ad ogni ammiccamento che a sua volta porta all’essicazione del dispositivo causando forte ipossia(mancanza di ossigeno).
Anche l’occhio secco è un problema ricorrente: si passa la maggior parte del tempo convergendo lo sguardo su p.c. Tablet e cellulari e l’ammiccamento si riduce con conseguente alterazione del film lacrimale: a livello della superficie oculare si instaura una cascata infiammatoria che porta ad un danneggiamento dell’epitelio corneo-congiuntivale, provocando instabilità del sistema lacrimale.
A questo proposito, esistono in commercio degli integratori lacrimali (consigliati anche ai non portatori) al fine di tutelare dai danni permanenti a livello cellulare e oculare provocati sia dalla luce naturale del sole che da quella artificiale detta LUCE BLU.
In conclusione: il mondo della contattologia è un universo a sé quando entriamo a farne parte è difficile uscirne! La visione del mondo è totale e cioè a 360° mentre quando indossiamo gli occhiali la distanza cornea-lente limita notevolmente il campo visivo.